mercoledì 3 giugno 2020

Chiara Ferragni chiede giustizia per George Floyd e rilancia una campagna mail per l'arresto degli agenti coinvolti: ecco il testo

La potenza social di Chiara Ferragni torna in pista per un'altra causa dopo la raccolta fondi per l'ospedale San Raffaele di Milano. Il tema è la morte di George Floyd, l'afroamericano ucciso nel corso di un arresto da parte della polizia di Minneapolis, con l'agente Derek Chauvin inginocchiato facendo pressione sul collo di Floyd per almeno otto minuti, mentre era ammanettato e giaceva a faccia in giù sulla strada. 

L'episodio ha provocato una rivolta nelle strade degli Stati Uniti, nuovamente alle prese con la piega del razzismo, con la polizia messa sotto accusa e gli attacchi al presidente Donald Trump che ha chiamato l'esercito per contrastare i manifestanti. 


La super influencer, moglie di Fedez, ha rilanciato una campagna mail per chiedere a gran voce l'arresto di tutti gli agenti di polizia coinvolti nella morte di Floyd. Ricordiamo che Derek Chauvin è già accusato di omicidio colposo e i suoi colleghi sono stati licenziati. 

Nella mail, il cui testo è recuperabile attraverso l'account Instagram della Ferragni, è il seguente: oltre al nome, la residenza di chi scrive, il testo chiede «che le accuse vengano rivolte nei confronti di tutti gli ufficiali coinvolti in questo atroce omicidio razzista, inclusi Derek Chauvin e Tou Thao. Non dovrebbero essere autorizzati a mantenere il posto di lavoro e dovrebbero essere accusati e perseguiti nella misura massima consentita dalla legge per omicidio colposo».

«George Floyd - si legge ancora nella mail - oggi sarebbe vivo se non fosse stato vittima del grave abuso di potere e la supremazia bianca esibiti dal dipartimento di polizia di Minneapolis, tutti gli agenti coinvolti devono affrontare le conseguenze di questo omicidio al fine di fornire giustizia alla sua famiglia e impedire ad altri poliziotti di commettere brutali atti di violenza contro le nostre comunità». «Inoltre - conclude il testo - chiedo di iniziare a fornire un maggiore sostegno agli sforzi e alle organizzazioni della comunità al di fuori delle forze di polizia al fine di prevenire la brutalità e la violenza della polizia in futuro».

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